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  • Informazioni importanti per il concorso fotografico

    Informazioni utili per il concorso fotografico – Racconta la tua vesuviana – seconda edizione VINCITORI – VALUTAZIONE FOTOLa foto sarà valutata secondo i seguenti criteri:1- Numero di like sulla pagina spotted vesuviana2- Numero di commenti3- Opinione della giuria composta da (Sto.land – gattò bistrot – merceria russo – villa vignae – indialogo – british pantry) PRIVACY, RESPONSABILITA’ DELL’AUTORE E FACOLTA’ DI ESCLUSIONE Ogni partecipante è responsabile del materiale da lui presentato al concorso. Pertanto si impegna ad escludere ogni responsabilità degli organizzatori del suddetto nei confronti di terzi, anche nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie. Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dal D. Lg. 30 giugno 2003 n. 196, nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili. Ogni partecipante dichiara inoltre di essere unico autore delle immagini inviate e che esse sono originali, inedite e non in corso di pubblicazione, che non ledono diritti di terzi e che qualora ritraggano soggetti per i quali è necessario il consenso o l’autorizzazione egli l’abbia ottenuto. Gli organizzatori si riservano, inoltre, di escludere dal concorso e non pubblicare le foto non conformi nella forma e nel soggetto a quanto indicato nel presente bando oppure alle regole comunemente riconosciute in materia di pubblica moralità, etica e decenza, a tutela dei partecipanti e dei visitatori. Non saranno perciò ammesse le immagini ritenute offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali. Regolamento completo consultabile nella sezione concorso fotografico

  • Carla Fucci - mea - spotted vesuviana

    FORMAE MENTIS E VESUVIANA

    Saggio Breve – “formae mentis e vesuviana” di Alessia Il tema scelto, come si evince dal titolo, cerca di rimandare a due punti cardini di quello che ogni giorno accade in vesuviana, in cui a pagare sono le persone civili. Prendo la vesuviana da più di tre anni, precisamente la tratta Baiano-Nola-Napoli, unico mezzo per potermi spostare che, in un tempo accettabile mi porti a destinazione. In questi tre anni mi è successo di condividere passioni, conoscere persone ma anche assistere e prendere consapevolezza dell’arretratezza in cui riversano le strutture, ma anche e soprattutto di una Formae Mentis errata. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che, un’azienda che dà lavoro a centinaia di persone, dotata di mezzi per il trasporto pubblico, su così tante tratte, e che interessi così tante persone ogni giorno, potesse essere sempre in condizioni di debito e dunque, a rischio. Poi la risposta l’ho trovata in una parola: MENEFREGHISMO, dei più, si intende. C’è sicuramente una mancata cura con delle pecche da parte dell’EAV, ma anche un contorno di inciviltà da parte di molti che utilizzano i mezzi pubblici sulle spalle di altri. Seppur data per vera l’affermazione che l’azienda possa fare molto di più per i propri passeggeri, ed arginare le perdite con maggior controlli, sia di sicurezza che per i biglietti, c’è da dire che molto possono fare anche chi usufruisce del servizio. Mi riferisco al decoro delle strutture, a fare il biglietto, a non buttare le cicche di sigaretta per terra o sui binari, o qualsivoglia cosa; trovo aberrante vandalizare un mezzo che si utilizza solo per il gusto di farlo: voglio dire, lo usate anche voi! Queste poche regole non dovrebbero essere neanche menzionate, essendo già esse stesse di convivenza civile. In merito alla mia esperienza maturata negli anni, posso dire che ci troviamo in condizioni disastrose, a viaggiare come animali, dove persone dallo scarso buon senso non smettono di urlare che c’è spazio nei corridoi; ci ritroviamo a prendere il treno in stazioni che emanano fetori, che hanno vetri rotti, panchine e muri vandalizzate con scritte, che non hanno nemmeno i tornelli, le macchinette obliteratrici o una biglietteria. Stazioni isolate, nella notte non ben illuminate, senza una guardia giurata che possa garantire la sicurezza (Stazione di San Vitaliano et al., ndr). Questo è un circolo vizioso, in cui una Formae Mentis sbagliata ha portato gli stessi operai dell’EAV a lavorare senza uno stipendio, con un sacrosanto diritto di sciopero, che ci sballa orari e ci fa bestemmiare, in cui tutto si riconduce alla maggior parte della gente che non si sa prendere cura dei posti che frequenta, e che produce degrado. Degrado perché chi decide che oggi sia la giornata giusta per violentare una donna, lo fa in stazione perché tanto sa che non è presidiata e una donna si ritrova ad essere due o tre volte più a rischio, se da sola, a prendere un dannato treno. E tutto questo, in più di duemila anni di civiltà, nel 2019, non dovrebbe esistere. Questo articolo che tenta di denunciare tutto, non dovrebbe esistere. E allora, a questo punto, mi viene da pensare, che non deve partire tutto dall’Azienda, ma anche da noi, perché siamo noi che usufruiamo dei servizi, (alcune volte, di merda), che ci permettono di arrivare in università o a lavoro. Mi chiedo se sia utile un intervento di innovazione nelle stazioni, sicurezza a parte che dovrebbe esserci a prescindere, anche a discrezione dei singoli comuni, se noi non siamo pronti a prendercene cura e rovinare tutto, comunque, alla fine dei conti. È la mentalità che deve cambiare, perché se tutti, ma davvero tutti, facessimo del nostro meglio, e anche da parte loro ci fossero investimenti, si cambierebbe l’intero scenario e l’EAV potrebbe rappresentare lo spiraglio di luce, di una cosa che funzioni e che si vuole far funzionare. L’EAV dovrebbe avere costantemente i conti in positivo, non avere un debito pubblico. Trovo inaccettabile non riuscire a cambiare tutto questo, e che ogni giorno si rischia di non poter arrivare a destinazione, come ciò che sta riguardando la linea Napoli-Sarno-Poggiomarino.

  • meme spotted vesuviana

    Chat amicizie in Circumvesuviana

    Chat Circumvesuviana – Gruppo telegram per fare amicizie La chat Circumvesuviana è un gruppo telegram ” Spotted ‘Vesuviana- OFF TOPIC ” che permette di trascorre del tempo con persone che spesso usano il nostro adorato mezzo di trasporto. Il gruppo OFF TOPIC è una chat dove bisogna mantenere un comportamento e linguaggio idoneo. Per tutte le informazioni i moderatori della chat sono a completa disposizione Ricordiamo che esistono anche gruppi per le segnalazioni sui ritardi dove il tema principale è la vesuviana

  • Fotografia Circumvesuviana treno nuovo- spotted vesuviana

    Riduzione del programma di esercizio dal 3 Aprile 2019

    Riduzione programma Linee Circumvesuviana Riprende la protesta del rifiuto del lavoro straordinario da parte degli operatori di stazione, nonostante una ipotesi di accordo che prevedeva un aumento di 250 euro.Pertanto da inizio servizio del 3 Aprile 2019 e fino a nuovo avviso, è sospeso il servizio ferroviario sulle seguenti tratte: Sarno – PoggiomarinoTorre Annunziata – Poggiomarino (via Scafati) Pomigliano – Acerra Napoli – San Giorgio a Cremano (via Centro Direzionale). Sulle tratte Poggiomarino/Torre Annunziata e Poggiomarino/Sarno saranno istituiti servizi sostitutivi con autobus della ditta AM “Autoservizi Meridionali”. Per la tratta Pomigliano D’Arco/Acerra il servizio navetta sarà operato con autobus EAV. Sulla linea Napoli – San Giorgio via C. Direzionale non è previsto servizio sostitutivo. Tutti i treni per Poggiomarino (Via Scafati) limiteranno la corsa a Torre Annunziata.Tutti i treni per Sarno (Via Ottaviano) limiteranno la corsa a Poggiomarino.Tutti i treni per Acerra limiteranno la corsa a Pomigliano d’ Arco. Per punti di fermata visita il sito: http://www.eavsrl.it/…/linee-vesuviane-percorsi-bus-navetta… Ci scusiamo per il disagio. Fonte Eav Consigliamo l’uso dei gruppi segnalazioni telegram by spotted vesuviana per maggiori informazioni

  • Sciopero Circumvesuviana il 2-03-2019

    Sciopero Circumvesuviana 2 Aprile Il giorno 2 (Martedì) aprile 2019 sarà indetto un nuovo sciopero di 24 ore dalle sigle sindacali F.A.I.S.A. CONF.A.I.L. e UGL che coinvolgerà la Circumvesuviana. Orari Garantiti S Fasce di garanzia dalle 6:17 alle 8:03 e dalle 13:17 alle 17:30 circa. Sciopero dalle 8:03 alle 13:17 circa e dalle 17:30 fino a fine servizio.  Prime partenze garantite nella fascia 6:17/8:03 Da Napoli per Sorrento: 06:40Da Napoli per Sarno: 06:32Da Napoli per Baiano: 06:18Da Napoli per Poggiomarino: 06:24Da Napoli per San Giorgio via CD: 06:41Da Sorrento per Napoli: 06:25Da Sarno per Napoli: 06:19Da Baiano per Napoli: 06:32Da Poggiomarino per Napoli: 06:27Da San Giorgio via CD per Napoli: 07:19 Ultime partenze garantite prima delle sciopero  Da Napoli per Sorrento: 07:39Da Napoli per Sarno: 08:02Da Napoli per Baiano: 07:48Da Napoli per Poggiomarino: 07:54Da Napoli per San Giorgio via CD: 07:41Da Acerra per Pomigliano: 07:16Da Sorrento per Napoli: 07:55Da Sarno per Napoli: 07:59Da Baiano per Napoli: 08:02Da Poggiomarino per Napoli: 07:57Da San Giorgio via CD per Napoli: 07:49 Prime partenze garantite dopo lo sciopero (fascia di garanzia 13:18/17:32) Da Napoli per Sorrento: 13:41Da Napoli per Sarno: 14:02Da Napoli per Baiano: 13:18Da Napoli per Poggiomarino: 13:24Da Napoli per San Giorgio via CD: 13:41Da Napoli per Acerra: 14:04Da Sorrento per Napoli: 13:25Da Sarno per Napoli (via Scafati): 13:20Da Baiano per Napoli: 13:32Da Poggiomarino per Napoli: 14:04Da San Giorgio via CD per Napoli: 13:19Da Acerra per Napoli: 14:17 Ultime partenze garantite prima dello sciopero (prima delle 17:32) Da Napoli per Sorrento: 17:09Da Napoli per Sarno: 17:32Da Napoli per Baiano: 17:18Da Napoli per Poggiomarino: 17:24Da Napoli per San Giorgio via CD: 17:11Da Napoli per Acerra: 17:04Da Sorrento per Napoli: 17:25Da Sarno per Napoli: 16:49Da Baiano per Napoli: 17:02Da Poggiomarino per Napoli: 17:04Da San Giorgio via CD per Napoli: 17:19Da Acerra per Napoli: 17:18 Per avere notizie live su ritardi e soppressioni ti consigliamo i gruppi telegram sui ritardi.

  • Treno circumvesuviana

    L’amore ai tempi di spotted

    Immaginate un mondo senza Internet. Un mondo senza email, senza social networks, senza Amazon. Tutte le cose che oggi ci sembrano semplicissime, come ad esempio prenotare un volo o una camera di hotel, dovrebbero essere svolte di persona o per telefono. Immaginare un mondo senza internet, insomma, significherebbe tornare indietro di trent’anni.

  • Evento spotted scavi ercolano

    Evento – Scavi di Ercolano

    Amanti dell’arte, dell’archeologia e delle passeggiate in compagnia, sapete che gran parte dei luoghi di interesse culturale della Campania è raggiungibile con i mezzi pubblici? Spotted ‘Vesuviana vi invita a passare una giornata in piacevole compagnia in occasione dell’iniziativa la Domenica al museo del MIBACT. La prima tappa sarà il parco archeologico di Ercolano, facilmente raggiungibile con il nostro treno preferito.Appuntamento domenica 3 marzo presso la stazione di Ercolano scavi alle ore 10:30 per recarci insieme al parco archeologico. Come previsto dall’iniziativa, l’ingresso al sito è gratuito. Nota Bene: Questa campagna di sensibilizzazione non garantisce la presenza di materiale rotabile, ma incentiva l’uso dei mezzi pubblici per passare una giornata all’insegna dell’arte e in buona compagnia.

  • Portici bellavista circumvesuviana

    Bellavista – Portici Bellavista

    Ci eravamo lasciati a Cavalli di Bronzo, con i suoi inaspettati rimandi russi e la sua galleria pronta ad inghiottirci per portarci alla successiva fermata: Portici Bellavista. Alla fermata, la stazione è pronta ad accoglierci con il trucco appena rifatto, dato che si è appena conclusa una corposa opera di restyling la quale, oltre alle significative misure di manutenzione straordinaria, ha previsto anche una nuova linea estetica grazie al coinvolgimento di Inward, l’Osservatorio sulla Creatività Urbana,[1] e alla mano (e al talento) di Mattia Campo dell’Orto. [2] L’obiettivo Obiettivo del restyling è ovviamente quello di riportare in auge la stazione storica di una città di capitale importanza nello sviluppo del sistema ferroviario italiano, attraverso uno strumento estremamente moderno e potente quale la street art e una rilettura in chiave simbolica degli elementi portanti della lunga epopea del treno: il viaggio e la fortuna. Il Viaggiatore che non ha mai visitato Portici dovrebbe a questo punto risalire sul piano stradale, fare alcuni passi verso via Diaz e fermarsi all’incrocio, guardare a sinistra e poi a destra e, infine, capirebbe. Capirebbe la bellezza senza tempo di una piccola terrazza sul golfo, sovrastatata da quel piccolo gigante del Vesuvio, talmente vicino che sembra quasi possibilie toccarlo o contargli gli alberi. Verso il mare Oppure, verso sera, scendere verso il Granatello, il nostro storico porticciolo settecentesco, prendersi una birra tra i tanti locali della zona e camminare sulla strada superiore verso il faro, ammirando il tramonto sulle luci di Napoli, Sorrento in lontananza e Capri e Ischia, e a far da testimone l’onniprosente Vesuvio che svetta sulla villa d’Elbouef. Oppure, verso sera, scendere verso il Granatello, il nostro storico porticciolo settecentesco, prendersi una birra tra i tanti locali della zona e camminare sulla strada superiore verso il faro, ammirando il tramonto sulle luci di Napoli, Sorrento in lontananza e Capri e Ischia, e a far da testimone l’onniprosente Vesuvio che svetta sulla villa d’Elbouef. La storia della ferrovia Ma Portici non è solo panorami e passeggiate, tra saliscendi che farebbero la gioia dei ciclisti, ma anche storia, cultura e tradizione. Nella storia della circumvesuviana Portici ha senz’altro un posto di fondamentale importanza, dal momento che è proprio qui che l’ormai secolare opera ferroviaria italiana prese avvio con la celebre tratta Napoli-Portici del 1839. Si trattò di un’opera rivoluzionaria, voluta in primis per rendere più agevole il trasferimento del sovrano Ferdinando II e della corte tra le rispettive residenze estive e la capitale (cosa sarebbe l’umanità senza la pigrizia?), intuendo al tempo stesso le potenzialità delle strade ferrate. Quel passato è custodito dal Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa,[3] i cui padiglioni, tra i molteplici frammenti del nostro passato ferroviario, ospitano una ricostruzione storica del primo convoglio della Napoli-Portici nonché la carrozza-salone del treno dei Savoia. Ma il glorioso passato di Portici è evidente anche grazie alla sua Reggia, che ora ospita la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Bosco Reale e il giardino botanico, nonché la villa d’Elbouef (ora sotto restauro) le numerose ville del Miglio d’Oro, come Villa Savonarola, Villa Fernandes o Palazzo Mascabruno, al cui interno contiene il Galoppatoio Reale, primo esempio di galoppatoio al coperto in Europa (il secondo è a Vienna). Il feudo Ma andando indietro nel tempo, come non evidenziare che nel 1699 i cittadini di Portici, insieme ad esempio unico nell’Italia meridionale di emancipazione dal vincolo feudale.[4]Oppure, il ruolo di Portici nella parentesi della Repubblica napoletana un secolo dopo quando, il 13 giugno 1799, le truppe realiste riuscivano ad impadronirsi del forte del Granatello per poi preparasi all’attacco decisivo verso Napoli.[5] Tra le varie leggende popolari, tra l’altro, si dice che i morti della battaglia infestino ancora molti dei palazzi e ville, come Villa Aversa, Palazzo Lauro Lancellotti o Villa Maltese.[6] A proposito di tradizioni, invece, spicca la devozione per il patrono della città, San Ciro, festeggiato in due occasioni, ossia il 31 gennaio e la prima domenica di maggio, occasione quest’ultima in cui si tiene una solenne processione e la statua del santo viene portata a spalla per le strade della città da decine di portantini e dalle varie Arciconfraternite religiose, tra drappi e stendardi. Riflessione Insomma, Portici è un luogo ricco di importantissimi riferimenti culturali, centrali nello sviluppo della nostra storia e identità napoletana, che aspettano solo di essere visitati. [1] Interessante la stesura della mappa del writing a Napoli: http://www.inward.it/attivita/mappa-del-writing-a-napoli. [2] http://www.inward.it/attivita/lopera-di-mattia-campo-dallorto-a-portici [3] http://www.museopietrarsa.it/ [4] Vorrei ringraziare lo studioso, nonché amico, Gianluca Mazzei per la sua inestimabile opera divulgativa. [5] https://cronologia.leonardo.it/storia/a1799h.htm [6] http://www.lospeakerscorner.eu/i-fantasmi-di-portici/

  • I murales – San Giorgio a Cremano

    San Giorgio a Cremano. Sono passati circa dieci minuti dalla nostra partenza da Piazza Garibaldi, ovviamente salvo imprevisti dovuti alla proverbiale quanto imprevista assenza di materiale rotabile, ed ecco che le porte della nostra Vesuviana si fermano a San Giorgio a Cremano. Personalmente la ricordo come un incubo, per me pendolare verso Napoli: dopo essere riuscito a conquistare un posto nei corridoi a Portici, magari trovando l’incastro perfetto vicino al finestrino o indovinando la carrozza meno affollata combinando teoria dei giochi e statistica, puntualmente tutte le mie conquiste territoriali venivano vanificate dalla fiumana di persone che salivano a San Giorgio. Veramente frustrante. Normale affluenza di pendolari sangiorgesi in attesa del treno verso Napoli. Usciti dalla stazione, finalmente superiamo le virtuali mura di Napoli per avvicinarci al cuore del Miglio d’Oro e alle pendici del nostro vulcano preferito, ormai non più semplice simbolo da cartolina ma presenza quasi tangibile: anche se in realtà non è poi imponente, per noi che abitiamo alle sue pendici il Vesuvio è una vera e propria montagna torreggiante, cosi imperiosa, così… intima e così minacciosa ma al tempo stesso rassicurante. Così vicina da poterne distinguere i boschi (o meglio quello che ne è rimasto dopo gli incendi criminali dell’estate 2017); così vicina da ricordarci la nostra intelligenza nel realizzare veri e propri buchi neri abitativi a distanza di uno sputo dal Giorno del Giudizio. San Giorgio a Cremano risulta il terzo comune italiano per densità abitativa, in un podio purtroppo tutto napoletano, a testimonianza di quella longa manus edilizia che, dagli anni Sessanta, ha speculato senza ritegno nell’ambito di quella “sinergia” perversa tra Governo centrale, enti locali e camorra finalizzata alla lottizzazione delle risorse pubbliche per la costruzione del loro consenso elettorale. Comunque sia, nonostante lo squilibrio abitativo dei nostri tempi, San Giorgio a Cremano rimane una cittadina ordinata e gradevole, soprattutto impreziosita da una miriade di ville settecentesche nell’ambito di quello che potremmo chiamare il Miglio d’Oro “allargato”. In origine, infatti, il famoso Miglio d’Oro comprendeva solo quel miglio della vecchia Strada regia delle Calabrie, costellato di dorati agrumeti, che da Ercolano arrivava a Torre del Greco. Oggi è diventata il vero e proprio centro culturale di San Giorgio a Cremano tanto da essere conosciuta come il Palazzo della cultura vesuviana, ospitando concerti, manifestazioni, la biblioteca comunale e il premio Troisi dedicato ai giovani comici. A tal proposito, per chi non lo sapesse, San Giorgio a Cremano è anche la città natale di Massimo Troisi, una dei più amati e indimenticati volti del panorama culturale napoletano. Personalmente adoro la sua comicità fatta di tentennamenti, di incertezze, di timidezza ma anche di una certa dose di ingenua furbizia. Adoro la sua traboccante napoletanità, così forte grazie all’uso imperterrito della lingua napoletana (“io penso, io sogno in napoletano!”), e al suo saper disinnescare, con grande ironia, i continui luoghi comuni su Napoli e i napoletani. Successivamente questa definizione si è estesa impropriamente fino a comprendere anche Portici e San Giorgio nonché i quartieri di Barra e S. Giovanni a Teduccio, in quanto accomunati da una straordinaria concentrazione di raffinate ville e giardini rococò e neoclassici, frutto della decisione della nobilità napoletana di trasfersirsi vicino alla residenza estiva porticese di Carlo di Borbone, vuoi per il disinteressato piacere della sua vicinanza, vuoi per il fascino dell’antichità con gli allora recentissimi scavi di Ercolano. Tra le circa trenta ville sangiorgesi, una delle più importanti ed imponenti è Villa Vannucchi, la cui storia è alquanto particolare: da punto di riferimento per la nobiltà napoletana ai tempi di Gioacchino Murat, all’epoca ritrovo di feste, ricevimenti e scialacquamienti, a orto abusivo fino al restauro del 2006-2009, ad opera del Comune di San Giorgio, che l’ha riportata al suo antico splendore. Un’altra delle principali ville sangiorgesi, invece, è sicuramente Villa Bruno la quale, oltre alla ricchezza artistica ed architettonica, data la presenza di stili che vanno dal barocco al rococò al neoclassico, o all’utilizzo di diversi materiali vulcanici – tra cui spicca il tufo giallo napoletano –, ha ospitato anche la fonderia Righetti, celebre per aver fuso le due statue equestri di Carlo III di Spagna e di Ferdinando I delle Due Sicilie, oggi collocate in piazza Plebiscito a Napoli. Ed è a lui e ad un altro grande sangiorgese, Alighiero Noschese, che è stato dedicato il bellissimo murale all’interno della stazione, realizzato dagli artisti Rosk&Loste su iniziativa del sindaco Giorgio Zinno ed interamente finanziato dall’EAV di De Gregorio, nell’ambito dell’apertura delle sue stazioni alla street art. Anche chi scrive crede fortemente nelle potenzialità della street art nel valorizzare il paesaggio e le strutture urbane, in quanto rappresenta concretamente l’anello di congiunzione tra la città e le sub-culture da essa create, attingendo al nostro immaginario culturale ed esaltando al tempo stesso la creatività e modalità di espressione fuori dagli schemi. E cercando di rendere più nostri e più vicini gli spazi urbani. Purtroppo l’opera, come successo al murale di Totò a Piazza Garibaldi, che voleva non solo abbellire la struttura ma regalare il primo sorriso della giornata a tutti i passeggeri richiamando alla memoria due grandi della comicità nostrana, è stata vittima di un vero e proprio raid criminale che ne ha deturpato la bellezza, fortunatamente solo temporaneamente grazie ad un pronto intervento di ripristino. In questo modo, la difesa di un semplice murale, voluto fortemente per valorizzare alcuni dei simboli della nostra identità, si inserisce in una vera e propria guerra di civiltà contro i “nuovi” barbari in difesa di ciò che è nostro.